“In presenza dei migliori standing over nel sociale di Caltanissetta, presentiamo un progetto innovativo che ha valenza culturale e sociale” inizia Eugenio Maria Alessi, Segretario Generale nella funzione di Dirigente dei Servizi Sociali del Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta, aprendo la conferenza stampa tenutasi questa mattina 20 settembre 2021, organizzata dalla Cooperativa Sociale Etnos, in collaborazione con A.S.D. Sport Club Nissa 1962 e con Scuola Calcio g&g Italia, per presentare il progetto “Equo Sport”.
“Equo sport è operatività” prosegue Fabio Ruvolo, ringraziando il dott. Alessi per l’ospitalità. “È operatività nata da un incontro casuale con le due associazioni sportive presenti, durante il quale ci siamo soffermati a riflettere su come meglio poter amplificare le nostre attività” continua Ruvolo, sottolineando il ruolo di gestore da parte del Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta all’interno del progetto, e continuando: “Siccome una quota del progetto prevede l’inclusione e l’integrazione sociale per i minori stranieri non accompagnati, noi abbiamo deciso di estenderla a tutti coloro che potrebbero avere difficoltà economica d’accesso al mondo sportivo.
“Equo Sport” è un progetto culturale, civile e sociale. È un percorso collettivo intrapreso da una cooperazione che mette insieme figure diverse per raggiungere scopi comuni “con l’augurio che altre associazioni sportive possano trovare coinvolgimento in questa progettualità” dice ancora Ruvolo, portando come esempio Panathlon Club, un club service sportivo di cui Sergio Marchese ne è il presidente, che, non appena venuto a conoscenza del progetto, si è subito dichiarato partner.
“Lavorare da soli non porta a molto” afferma Gianluca Italia. “Abbiamo iniziato a fare rete, mettendo da parte i dissapori per aumentare i punti di forza e permettere un’inclusione attiva verso i ragazzi che hanno difficoltà a più livelli”.
Le due scuole calcio sono realtà differenti, ma che si vedono unite verso un fronte comune quale quello del settore giovanile ‒ dai dodici anni in su ‒, e, abbracciando la Cooperativa Sociale Etnos, un altro passo in più è stato fatto.
Oltremodo, Ruvolo evidenzia la presenza di Alessandro Cereda, non solo come rappresentante sportivo, ma anche come figura socio sanitaria poiché è un terapeuta e si dichiara disponibile al sostegno delle famiglie e dei ragazzi che frequenteranno.
Ringraziando, Alessandro Cereda prosegue: “Ci siamo resi conto che lavorare insieme crea rete e i nodi stessi danno vita all’inclusione. Lo sforzo non è lavorare solo con i ragazzi, perché desideriamo lavorare nel sostegno e nelle relazioni con e insieme alle famiglie che non saranno solo ascoltate, ma ci aiuteranno a trovare soluzioni”.
Fabio Ruvolo, prendendo la parola, spiega lo sviluppo del progetto dove sono previsti dei fondi economici, già nel presente 2021, con l’idea di implementarli nel 2022. Come? La Cooperativa Sociale Etnos predispone di due esercizi di imprenditoria sociale – Equo Food ed Equo Cream ‒, e le associazioni sportive coinvolte invoglieranno l’acquisto mirato all’interno di questi locali, di modo tale che gli utili saranno reinvestiti nuovamente nel fondo principale così che si possa rigenerare costantemente.
Prosegue Sergio Marchese, dichiarandosi entusiasta e disponibile a una collaborazione attiva, definendo il Panathlon Club di Caltanissetta un valore culturale aggiunto e lanciando un augurio che punta all’espansione coinvolgendo altri imprenditori e associazioni del territorio.
“Equo Sport dimostra di avere una grande connessione con il sociale e lo sport, poiché grazie a quest’ultimo è possibile spingere i giovani verso attività non pericolose e che promuovono valori Sali” conclude il dott. Alessi.
Inoltre, un piccolo contributo da parte di Mariarosaria Bufalino, responsabile del progetto, afferma che un contesto sportivo, oltre quello scolastico contribuisce a una buona integrazione per i minori stranieri non accompagnati. Non solo: “Un altro aspetto positivo del progetto risiede nell'avere opportunità di ottenere tirocini formativi per i nostri ragazzi” conclude la dott.ssa Bufalino.
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